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I micropagamenti via POS ed Ecommerce

I micropagamenti via POS ed Ecommerce

Pubblicazione: 21 dicembre 2022 • Tempo di lettura: 4 minuti

I micropagamenti sono transazioni di importo ridotto, tipicamente effettuate tramite POS o Ecommerce, per pagare beni o servizi dal costo contenuto. Il concetto di micropagamento è particolarmente attuale perché è spesso riconducibile all’acquisto di digital goods, come una canzone, un e-book o un oggetto virtuale per personalizzare il proprio avatar in un videogioco. Le microtransazioni in realtà sono sempre più frequenti anche nel mondo fisico: una breve tratta con un mezzo pubblico, una donazione via SMS o anche un caffè al bar rientrano in questa categoria.

L’avvento dei POS prima e dell’Ecommerce poi hanno aperto la strada alla possibilità di effettuare pagamenti elettronici e digitali anche di piccola entità. In seguito, alcune innovazioni tecnologiche hanno contribuito a migliorare l’esperienza, aumentando velocità e affidabilità per acquirente ed esercente.

I micropagamenti con il POS

Le carte di credito e debito, di fatto, stanno sostituendo le monete anche se sono alcune tecnologie successive alla loro introduzione ad aver agevolato ulteriormente microtransazioni e pagamenti cashless in genere:

Carte contactless
L’introduzione della tecnologia RFID nelle carte ha permesso di effettuare pagamenti fino a un determinato importo senza inserire il PIN. Inizialmente il limite di questi pagamenti era di 25 euro, ma dal 1° gennaio 2021 è stato innalzato a 50 euro.

Wallet digitali
Esistono diverse tipologie di digital wallet (e-wallet). Alcuni permettono di finalizzare un pagamento in negozio senza necessità di un POS (ad esempio Satispay) altri richiedono un terminale abilitato (es. Apple Pay e Google Pay) ma tutti possono essere integrati anche sul proprio sito Ecommerce.

Smartphone e indossabili
La tecnologia NFC su smartphone e dispositivi wearable (es. smartwatch) ha contribuito ad accelerare l’adozione dei pagamenti contactless dei consumatori, soprattutto per le spese minori.

Quelle appena elencate sono novità che nel tempo hanno trovato un riscontro di pubblico sempre più crescente, come riportato da molte fonti. Secondo dati recenti pubblicati dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano¹, nel primo semestre del 2022 il transato con strumenti digitali ha raggiunto i 182 miliardi di euro, facendo registrare un +22% sullo stesso periodo del 2021. Entro la fine dell’anno potrebbe raggiungere un valore tra i 390 e i 405 miliardi, ossia oltre il 40% del totale speso dagli italiani, avvicinandosi ai contanti che ormai rappresentano meno del 50% dei pagamenti. La crescita maggiore registrata tra l’altro è proprio quella delle transazioni via smartphone e wearable che nel corso degli ultimi 12 mesi sono aumentate del 139%.

Ecommerce e micropagamenti

Come abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo, i pagamenti online di piccolo importo riguardano soprattutto l’acquisto di beni digitali, anche considerato che non necessitando di spedizione le relative spese non gravano sul costo totale di acquisto e quello sostenuto dall’esercente.

In questi casi gli strumenti più utilizzati dagli utenti sono i wallet digitali o le carte di credito, che vengono utilizzati non solo per pagamenti singoli ma anche ricorrenti.

Le microtransazioni nel gaming online

Il settore del gaming-as-a-service con i suoi acquisti-in-game, quello del software-as-a-service - approfonditi nel whitepaper dedicato alla payment orchestration – e in generale tutte le piattaforme che offrono beni digitali o virtual items, come gli store musicali o le librerie online, hanno spesso necessità di gestire numeri anche elevati di transazioni di importo esiguo.

Solo il settore del gaming online – sempre più orientato agli incassi con questa forma di pagamenti - in Italia, nel 2021 ha registrato un giro di affari di oltre 2 miliardi di euro², un dato in crescita del 2,9% rispetto all’anno precedente, generato da un pubblico di 15,5 milioni di persone, di età compresa tra i 6 e i 64 anni. Solo i mercati delle app e delle piattaforme online hanno registrato rispettivamente valori di mercato di 762 milioni di euro e di 771 milioni di euro.

Micropagamenti: le commissioni per l’esercente fisico

Dal punto di vista del merchant fisico, un punto debole di questi pagamenti potrebbe essere la commissione nel caso in cui fosse un importo fisso a transazione. In realtà molto spesso il costo applicato ad ogni transazione è una percentuale dell’importo, che può variare a seconda delle condizioni applicate. Il POS Easy a commissioni, per esempio, offre un terminale di ultima generazione, adatto all’incasso e alla gestione dei sistemi di pagamento più innovativi, senza canone e con una commissione fissa su qualsiasi carta o strumento di pagamento alternativo.

Oggi esistono però anche offerte senza commissione, come il POS Easy a canone di Axerve che, a fronte di un importo fisso mensile, permette di accettare pagamenti con carte e wallet digitali (es. Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay), anche in questo caso grazie ad un terminale POS Android™ dotato di connessione Wi-fi e 4G multi-operatore.

Tornando al costo dei pagamenti digitali in genere, d’altronde, è bene ricordare che quello del contante e della gestione di tutta la sua filiera è più elevato, in particolare a causa dei maggiori oneri legati a sicurezza e logistica (es. furti, trasporto valori, assicurazioni, produzione della carta-moneta) come abbiamo anche riportato nel nostro whitepaper “Uso del contante: siamo prossimi a un mondo cashless?”.

In conclusione, il tema non è quindi tanto quale sia lo strumento migliore per i pagamenti di piccolo importo quanto la soluzione ideale per rispondere alle esigenze dei consumatori che, come confermano i dati, hanno già fatto la loro scelta.

Fonti
1

Osservatorio Innovative Payments: Ricerca 2022 | osservatori.net Politecnico di Milano

2

Rapporto "I Videogiochi in Italia nel 2021" | IIDEA, 2021

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