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Tecnologia NFC: cos’è, come funziona e perché facilita i pagamenti in store

Tecnologia NFC: cos’è, come funziona e perché facilita i pagamenti in store

Pubblicazione: 15 luglio 2020 • Tempo di lettura: 4 minuti

A cosa si riferisce il termine NFC? Se ne sente spesso parlare nell'ambito della tecnologia in generale e in quello dei pagamenti.

L’NFC, acronimo di Near Field Communication, è una tecnologia di ricetrasmissione che permette a due oggetti di comunicare tra loro bidirezionalmente e senza contatto, a una distanza molto ravvicinata. Questa modalità di comunicazione è un’evoluzione della tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) che, a differenza della prima, comunica solo unidirezionalmente. Entrambe trovano largo impiego nell'elettronica, in particolare quella di largo consumo, e sono sempre più utilizzate anche nei pagamenti.

Applicazioni dell'NFC nei pagamenti con smartphone e non solo

Molti smartphone di ultima generazione integrano chip NFC e la stessa tecnologia è sempre più presente anche in altri oggetti. Tra i casi d’uso più comuni ci sono – ad esempio - chioschi e totem che, una volta avvicinato lo smartphone, trasmettono contenuti digitali, come il link ad una mappa di unti di interesse della città che si sta visitando oppure sta prendendo piede, soprattutto all’estero, la validazione di biglietti del trasporto pubblico, per digitalizzare i processi di controllo e velocizzare il processo di accesso ai mezzi degli utenti.

Oggi esistono applicazioni anche gratuite per il sistema applicativo Android che permettono di “programmare” dei piccoli ricevitori NFC - chiamati tag - in modo che, allo sfioramento con lo smartphone, attivino alcune funzioni. Per esempio, si può lasciare un tag in auto che una volta toccato dallo smartphone attiva la funzione Bluetooth del telefono oppure è possibile impostare la sveglia sfiorando un ricevitore lasciato in camera da letto, per citare due dei possibili utilizzi.

L’uso più diffuso oggi riguarda probabilmente proprio il mondo dei pagamenti. Sia la tecnologia NFC sia quella RFID infatti vengono impiegate per agevolare il processo di vendita agli esercenti e quello di acquisto ai consumatori, proprio grazie alla tecnologia semplice da integrare nei dispositivi di incasso, nelle carte di credito e nei dispositivi mobili.

NFC e pagamenti: la rivoluzione dei pagamenti contactless

Il primo brevetto riconducibile alla tecnologia RFID è stato concesso nel 1983¹ e i primi test di utilizzo con smart cards, come forma di pagamento per il trasporto, vengono effettuati in Corea del Sud nel 1995. Oggi, quasi tutte le carte di pagamento presenti nel mondo e in Italia includono un chip RFID per i pagamenti contactless.

Dalle origini dell’RFID nasce l’NFC. Nel 2004, alcuni produttori di cellulari costituiscono il Near Field Communication Forum² ad Hannover ma solo 10 anni dopo lo storico evento la tecnologia NFC viene integrata da Apple nei suoi smartphone – nell’iPhone 6, per la precisione – proprio in concomitanza della presentazione del wallet digitale Apple Pay, dando di fatto il via ai suoi concorrenti che, da lì a poco, avrebbero integrato chip analoghi associati a borsellini elettronici.

L’integrazione dei chip necessari a far funzionare i pagamenti contactless, ha di fatto rivoluzionato il modo di pagare nei punti vendita, velocizzandoli e rendendoli più smart, tanto per gli esercenti quanto per i loro clienti.

Cosa serve per pagare e incassare via NFC

Per pagare via NFC, occorre che l’utente abbia un dispositivo dotato di chip NFC associato ad un digital wallet. Oggi quasi tutti i produttori di dispositivi di telefonia mobile hanno a catalogo almeno un modello abilitato ed esistono molte tipologie di wallet digitali, alcuni disponibili solo su dispositivi specifici (es. Apple Pay e Samsung Pay), altri legati ad altre piattaforme o community (es. Google Pay).

L’esercente invece deve dotarsi di un POS abilitato ai pagamenti contactless, che permettono di accettare sia carte di credito sia pagamenti con lo smartphone. La transazione viene iniziata in modo tradizionale dall’esercente che, una volta confermato l’importo, dovrà richiedere al cliente di avvicinare la carta o lo smartphone. Infatti, a differenza delle carte tradizionali che vanno inserite nel POS per permettere al terminale di leggere le informazioni della carta, le carte contactless e gli smartphone richiedono solo uno sfioramento, o meglio un contatto di minore durata in un’area specifica del POS che contiene l’antenna in grado di gestire la comunicazione.

La vicinanza tra smartphone e POS e il successivo riconoscimento dell’acquirente tramite autenticazione – tipicamente un riconoscimento biometrico tramite lettura dell’impronta digitale o il riconoscimento facciale – avviano la fase di pagamento che si concluderà, come sempre, con un esito positivo o negativo della transazione; nel primo caso, seguirà un addebito sulla carta o sul borsellino elettronico utilizzato dall’acquirente.

La tecnologia NFC ha cambiato radicalmente il modo di pagare nei punti vendita introducendo nuovi elementi e una nuova mimica ad un processo che era rimasto pressoché invariato per decenni. L’innovazione tecnologica costante ed accelerata dalla rivoluzione digitale nell’ecosistema dei pagamenti ci riserverà certamente altre novità come, per esempio, la possibilità di sostituire il POS con un smartphone. Continueremo a seguire con attenzione tutti i trend di mercato e vi aggiorneremo anche qui, per offrirvi soluzioni di incasso in grado di rispondere velocemente ad un consumatore in continua trasformazione.

Fonti
1

Charles A. Walton "Portable radio frequency emitting identifier", 17 maggio 1983.

2

Nokia, Philips And Sony Establish The Near Field Communication (NFC) Forum, Hannover 18 marzo 2004.

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